Come proteggersi al meglio: i principali tipi di mascherine e i rispettivi livelli di protezione
In un momento storico particolare come questo che stiamo vivendo, l’accessorio più importante per ognuno di noi, quell’oggetto che può davvero fare la differenza sulla nostra salute, è proprio lei: la mascherina. Amata ma discussa, odiata ma custodita con cura, la mascherina è ormai parte integrante del nostro outfit quotidiano, una seconda pelle, tanto da essere riuscita a diventare un vero e proprio accessorio di stile. L’importante è evitare alcuni comuni errori che si commettono quando la indossiamo. Ne esistono davvero un’infinità di alternative differenti: da quelle chirurgiche alle FFP1, dalle FFP2 alle FFP3 con o senza valvola, senza dimenticare quelle lavabili, riutilizzabili e personalizzate. Ma facciamo un po’ di chiarezza: ecco le caratteristiche dei principali tipi di mascherine e i rispettivi livelli di protezione che garantiscono.
Che cosa sono le mascherine
Anche se ormai sarete tutti abbastanza informati in merito, partiamo dall’inizio: che cosa sono le mascherine. Si tratta di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) capaci di ridurre l’esposizione di chi li indossa a sostanze estranee, come polveri, batteri e virus. Proprio per questo motivo le mascherine rappresentano oggi il nostro miglior alleato contro il Covid-19 ed è fondamentale utilizzarle in ogni luogo: dall’ambiente sanitario al posto di lavoro, ma anche nelle abitazioni e nei luoghi pubblici. In generale, in ogni occasione in cui si entra in contatto con altre persone.
Possiamo suddividere le mascherine in due grandi gruppi: le mascherine chirurgiche e le mascherine (o facciali) filtranti, che comprendono ad esempio le FFP1, le FFP2 e le FFP3 con o senza valvola. Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche dei principali tipi di mascherine, quanto tempo possono essere utilizzate a seconda del modello e i rispettivi livelli di protezione.
Le mascherine chirurgiche
Le mascherine chirurgiche sono dei dispositivi monouso costituiti da tre strati di tessuto non tessuto uniti a caldo, da un ferretto modellabile posto sulla parte superiore del naso che permette al dispositivo di aderire al meglio al viso e di elastici (o laccetti) per reggersi. Tuttavia, assicurano un’aderenza al volto incompleta. È di fondamentale importanza comprendere che questi dispositivi proteggono in uscita, ma non in entrata: bloccano infatti le goccioline di secrezioni respiratorie emesse da chi le indossa, evitando dunque che esse vengano in contatto con le persone circostanti, ma non proteggono l’indossatore da particelle di piccolissime dimensioni come i virus. Hanno una capacità filtrante del 95% verso l’esterno e del 20% verso l’interno. Essendo monouso, poi, è importante ricordare che una volta utilizzate le mascherine chirurgiche devono essere immediatamente buttate.
Le mascherine (o facciali) filtranti
Si tratta di dispositivi di protezione individuale ad azione filtrante, per la protezione delle vie respiratorie. Sono costituiti interamente (o comunque prevalentemente) di materiale filtrante e coprono naso, bocca e mento. Diversamente dalle mascherine chirurgiche, i facciali filtranti sono progettati per proteggere chi le indossa dalle sostanze estranee, come virus e batteri, aderiscono perfettamente al volto e possono essere tenute per più ore (circa 8/10 ore). Sono anch’esse dotate di lacci o elastici che le tengono ben salde al viso e di un ferretto nasale che permette di conformare la maschera alla forma del naso. Inoltre, possono avere una o più valvole (o filtri) di inspirazione e/o espirazione che permettono all’aria calda di fuoriuscire dalla mascherina, riducendo l’umidità che si forma al suo interno. In questo modo si evita la formazione di condensa, prevenendo l’appannamento degli occhiali e facilitando la respirazione. Tuttavia, la loro presenza non ha alcun effetto sulla capacità filtrante del dispositivo, anzi tramite il filtro possono fuoriuscire anche le particelle virali: ecco perché i dispositivi di questo genere proteggono solo in entrata, ma non in uscita.
Tra le mascherine più comuni e utilizzate appartenenti alla categoria dei facciali filtranti, distinguiamo:
- Le FFP1, con o senza filtro;
- Le FFP2, con o senza filtro;
- Le FFP3, con o senza filtro.
Le tre classi di protezione FFP (Filtering Face Piece – in italiano Facciale Filtrante delle Particelle), differiscono tra loro in funzione dell’efficacia filtrante. In generale, le mascherine filtranti senza valvola assicurano un’elevata protezione sia per chi le indossa che per glia altri, mentre i facciali filtranti con valvola proteggono chi li indossa e non gli altri, poiché – come anticipato – dalla valvola esce il respiro.
Mascherine FFP1
Le FFP1 assicurano un primo livello di protezione delle vie respiratorie e solitamente si utilizzano come mascherine antipolvere in diversi settori, come ad esempio nell’industria tessile, nel settore alimentare, in quello minerario e siderurgico, nell’edilizia, nelle costruzioni e così via. Se sono senza valvola hanno una capacità filtrante sia verso l’esterno che verso chi le indossa del 72%. Con la valvola, invece, hanno una capacità filtrante del 20% verso l’esterno e del 72% verso l’interno.
Mascherine FFP2
Le FFP2 offrono in più un secondo livello di protezione delle vie respiratorie e solitamente vengono utilizzate da coloro che sono esposti a rischi moderati. Se sono senza valvola hanno una capacità filtrante sia verso l’esterno che verso chi le indossa del 92%. Con la valvola, invece, hanno una capacità filtrante del 20% verso l’esterno e del 92% verso l’interno.
Mascherine FFP3
Le FFP3 garantiscono ancora più sicurezza a chi le indossa, grazie al terzo livello di protezione delle vie respiratorie. Solitamente, infatti, vengono utilizzate da coloro che sono esposti a rischi alti. Senza valvola hanno una capacità filtrante sia verso l’esterno che verso chi le indossa del 98%. Con la valvola, invece, hanno una capacità filtrante del 20% verso l’esterno e del 98% verso l’interno.